Le sue immagini pittoriche in cui gravitano sogni fin de siècle, sensibili tonalismi e mancate favole del nostro tempo  (...)                                                                                                                                         Prof. dott. Carlo Franza

TESTO CRITICO


Il linguaggio estetico recentemente intrapreso, unisce in un unicum la fotografia, la stampa e la pittura. Elementi funzionali alla poetica di Anna Montanaro. Essi rappresentano il ricordo nel suo essere confuso, frammentato e frammentario; la memoria, nel suo romanticismo e nella sua dolcezza, per preservarla e trasportarla nel presente. Una ricerca introspettiva di immagini del proprio inconscio che, di volta in volta, affiorano dalla tela come un ricordo intrappolato nella memoria. Un'immagine alcune volte offuscata ed in alcuni casi nitida, nella quale: oggetti, figure e forme si mescolano sfociando in una narrazione onirica. La tecnica utilizzata è volutamente effimera e latente volta ad enfatizzare la narrazione e coinvolgere lo spettatore nella ricerca di elementi a lui affini. Graffi e continue velature si alternano creando una lavorazione a più strati sovrapposti che donano profondità alla narrazione "stratigraficando e sedimentando" l'immagine immortalandola nel tempo.

Dott. Prof. Giorgio Gregorio Grasso - Storico e critico d'arte


Anna Montanaro riesce ad unire più tecniche, più filosofie, più linguaggi artistici, più linguaggi estetici per realizzare un'opera che non puoi definire in nessun modo se non con opera personale di Anna Montanaro. Appunti di viaggio rappresenta l'India ma la speranza è che il progetto venga allargato ad altri stati. L'opera di Anna Montanaro emoziona, ti fa vivere una realtà che non pensavi, ti fa entrare in un mondo magico che non immaginavi. La vera abilità di Anna Montanaro - che viene dalla pittura - in questo caso è nella riconoscibilità che nella fotografia è difficilissima ed è uno dei più importanti successi di un Artista. Come poi vedrete ogni opera ha un suo racconto, ogni opera ha un suo messaggio, ogni opera vuole dire qualcosa; in realtà saranno "Appunti di viaggio", ma non sono appunti di viaggio, perché Anna rappresenta l'umanità intera, la filosofia della vita, la filosofia della civiltà, quindi va molto aldilà del messaggio che vorrebbe limitare da un titolo che è riduttivo.

Dott. Prof. Giorgio Gregorio Grasso - Storico e critico d'arte 


Le opere a tecnica mista di Anna Montanaro (che si basano su ricordi che provocano sentimenti che vengono trasformati in simboli come risultato finale) esplorano la scena esterna (la danza) allo stesso modo di una scena intima e interiore (la genitorialità) offuscando così la percezione di " dentro" e "fuori" dicendo: "Siamo uno!".

Testo in lingua originale

Anna Montanaro's mixed media works (that rely on memories that provoke feelings that are transformed into symbols as a final result) are exploring outer scene (the dance) the same way as an intimate, inner scene (the parenting) thus blurring the percepton for "in" and "out" saying: "We are one!".

Dott.ssa Kornelija Koneska, Critico d'arte e direttore di Osten Biennial of drawing e Osten Catoon, Skopje, Macedonia. 


I numerosi simboli, accanto a immagini concrete in elaborazioni digitali, permettendo ad Anna Montanaro la costruzione di opere sviluppate su piani e livelli prospettici diversi, che possono rievocare fantasie e memorie dell'infanzia o esistenti scorci visivi. Gli osservatori sono invitati a intraprendere un "viaggio" fra reale e irreale, nell'incastro dialettico sovrapposto a bisogni quotidiani "uguali per tutti", come l'acqua. La pittrice tende, in alcune occasioni, a riempire vuoti, a riunire forme, oggetti e persone, cercando di coinvolgere il pubblico in un percorso d'introspezione e analisi. L'accostamento e alternanze - tra aspetti grafici e toni, tra luci e ombre - rendono fastose le visioni rappresentate.

(da) Nuova Arte: Rassegna di artisti e partecipanti al "Premio Arte 2015-2016", Cairo ed.; Anna Montanaro pag. 32 


Il Maestro Anna Montanaro nasce a Carate Brianza e già all'età di undici anni frequenta la libera Accademia Artistica F.A.L. Dopo il diploma di maturità artistica presso il Liceo Artistico Pio XI di Desio, sotto la guida di Marcello Maloberti e Giampiero Moioli, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano in Restauro d'Arte, specializzandosi prima in Restauro di dipinti su tela e tavola del '500 e del '600 presso l'istituto PDM di Prato e, in seguito, in Restauro di affreschi  stucchi superficiali con Giuseppina Suardi ed Elena Gigliarelli presso l'Accademia Dedalo di Brescia. Assiste dipoi la prof.ssa Luciana Biliotti al corso di dipinti antichi all'Accademia di Belle Arti di Brera, Tra i riconoscimenti ricordiamo il recente premio per l'Arte Grafica a OSTEN - Biennial of drawing 2022 presso Skopje (Macedonia). Visi teneri si affacciano, sono pazienti bambini; attenti e curiosi si stendono su una bruna superficie, scatto fotografico dalle cromie vintage; gli orsi giocattolo al centro, occhi sgranati e vitrei. l'opera di Anna Montanaro si presenta come rivelatrice investigazione di perduta risonanza emotiva. Apparente  caleidoscopica reiterazione del medesimo fanciullo, l'anima pura dell'effigiato, crocevia di numerosi istanti di esistenza, fugge, sconsolato, lo sguardo del visitatore, tanta dolcezza e guai pupille innocenti, tanta vigoria ancora nel dilatare le mani, alibi strumenti del fare nonché del salutare. Manifestano timori, ansie giacenti nel cuore, cercano speranza, atteso amore. Nell'affaccendarsi, il loro momento dilatato ferma il repentino abbandono del batter d'ali. Pari a un tappeto di giochi, quasi una sala d'attesa ammorbidisce, attutisce i singhiozzi malinconici, i precoci malati trovano una parvenza di tranquillità e calore ridente. Gli orsacchiotti sorridono, ascoltano, parole non pronunciano ma comprensione e affetto sprigionano. Guardiani di ricordi dolci e amari, a loro, i bambini, custodi nostalgici, rivelano la propria storia muta ed essi, premurosi confidenti, sciolgono gradualmente il grumo di dolore. Realismo viene donato dalla fotografia, vernice e resina traboccano di tocco romantico: il fotomontaggio dadaista della Nostra, lungi da sperimentazioni aride di sentimentalismo, si tramuta in ancora di connessione. Patiens fonde in un'unica narrazione l'aura di tragicità dell'esistenza e fiducia nell'avvenire, mentre le trame intessono un arazzo di amorevole empatia.

dott.ssa Stefania Pieralice - Critico internazionale d'arte moderna e contemporanea (da) V Catalogo Triennale di Arti Visive a Roma "La Poetica delle differenze", pagg. 180 - 181, 2023.



Le sue immagini pittoriche in cui gravitano sogni fin de siècle, sensibili tonalismi e mancate favole del nostro tempo, Anna Montanaro è un artista dell'oggi, dalla piega tutta figurale e reale che ingloba la sua novella narratività; e ne vive appieno la portata di segnalazioni nazionali cui è balzata per distinzione perché ne lascia convivere modernità e tradizione.

Prof. Dott. Carlo Franza - Critico internazionale d'arte moderna e contemporanea

La scoperta della possibilità di lasciar interagire tecniche artistiche differenti e mescolarle trasformandole in uno stile personale e riconoscibile ha generato nei creativi contemporanei la tendenza a esplorare emozioni e sensazioni che vengono poi manifestate nella modalità più affine alla propria inclinazione espressiva, senza doversi attenere a regole o limitazioni stilistiche che non permetterebbero loro di sentirsi liberi di far sentire la propria voce in maniera spontanea. L'artista di cui vi racconterò oggi fonde due tecniche apparentemente distanti, la fotografia e la pittura, che però in virtù della sua abilità espressiva si sovrappongono a armonizzano in un universo delicato e intenso di forte impatto emotivo. Il Novecento è stato un secolo di sperimentazioni artistiche, così come di innovazioni tecnologiche e, sebbene nei primi anni si fosse mantenuto un legame con la pittura intesa nel senso più classico del termine, andando avanti verso gli anni Cinquanta si è cominciato a effettuare contaminazioni tra l'arte intesa in senso più tradizionale e le scoperte che si avvicendavano rapidamente. La fotografia, il cinematografo, le ricerche sulla cinetica, la scoperta degli oggetti come forme d'arte, tutto era funzionale a dar vita a linguaggi artistici a volte fuori dagli schemi, altre provocatori e, nel caso di alcuni movimenti, denigratori della società dell'epoca. Il Dadaismo fu la prima corrente in cui tutto ciò che era non convenzionale poteva essere trasformato in arte, come nel caso dell'urinatoio trasformato in Fontana da Marcel Duchamp, ma anche dove tecniche come il collage, che contraddistinse la produzione artisitica di Hannah Höch, e il fotomontaggio che rese celebre John Heartfield, si trasformarono in base di ricerca per movimenti successivi che da quelle innovazioni presero spunto. Il Surrealismo, che nacque dalle ceneri del Dadaismo, si avvicinò al cinema, a immagini in movimento che divenivano completamento dell'opera o semplicemente parte del percorso di sperimentazione degli artisti che vi aderirono, come nel caso di Salvador Dalì che realizzò pellicole inquietanti insieme al regista Luis Buñuel, o di Man Ray in cui la fotografia divenne essa stessa opera d'arte attraverso cui sottolineare e concretizzare le linee guida del movimento, mentre il collage contraddistinse una delle poche donne appartenenti al Surrealismo, Eileen Adgar. Ma l'interazione tra immagine e arte non si fermò a quelle avanguardie dei primi decenni del Ventesimo secolo anzi, con il proseguire del tempo fu proprio il collage a divenire emblematico di molti esponenti della Pop Art, dall'inglese Peter Blake all'italiano Mimmo Rotella che con il suo stile Pop misto al Nouveau Réalisme in cui riassemblava stralci di manifesti pubblicitari con icone degli anni Cinquanta, tracciò un segno indelebile nella storia dell'arte internazionale. E ancora il celebre contemporaneo Michelangelo Pistoletto addirittura rompe ogni schema e inserisce immagini fotografiche di persone comuni all'interno di specchi in cui l'illusione tra il reale e l'osservato dona al fruitore un disorientamento e al tempo stesso il fascino di immaginare una dimensione altra da quella normalmente vissuta. L'artista lombarda Anna Montanaro torna a uno stile molto più tradizionale rispetto ai sopracitati maestri del Novecento, nel senso che la figurazione e l'ordine dell'opera sono tendenti a una rappresentazione realista, pur tuttavia caratterizzando le sue tele con inserti fotografici che mescola a una pittura evanescente, quasi in dissolvenza tra sogno e ricordo, un mondo di mezzo che chiunque racchiude dentro il proprio scrigno emotivo ed è per questo che la sensazione nostalgica non può non avvolgere l'osservatore. Il percorso a ritroso dell'artista non si limita tuttavia a un bagaglio emozionale proprio, quello che appartiene all'interiorità e alla storia di vita di ciascuno, bensì si allarga alla memoria collettiva, dedicando una serie di tele ai grandi eventi, ai grandi personaggi del passato sportivo, ai simboli del Classicismo, sempre usando ciò che contraddistingue tutta la sua produzione, cioè la sovrapposizione tra immagini fotografiche e apporto pittorico attraverso cui riesce a infondere quell'atmosfera sospesa dove il colore diviene sottolineatura emozionale. Il bianco e nero rappresentano la nostalgia per uno scorcio o un paesaggio non più appartenente al presente ma comunque ancora vivo nel ricordo dell'artista, il beige incarna un simbolo depositato nello scrigno emotivo e che ha il sapore dolce del frangente piacevole, dell'attimo magico in cui qualcosa di bello legato a quello scorcio si è legato al mondo emozionale e poi i colori vivaci per ridar vita a un passato che ha bisogno di essere descritto a tinte più forti. 

Dott.ssa Marta Lock - critico d'arte

I delicati e intensi frammenti di memoria nella sovrapposizione stilistica di Anna Montanaro, (da) L'opinionista online, rivista 1 aprile 2022


Anna Montanaro nella sua ricerca artistica mostra di seguire due impostazioni apparentemente diverse che nascono, però, da una stessa sensibilità nel modo di concepire l'arte: come una visione statica, secondo i canoni di una perfezione classicizzante, o secondo una concezione dinamica, contemporanea, in cui il fare artistico si sviluppa libero e attivo. Certe immagini, ritratti e studi a graffite, sembrano cartoline dei vecchi tempi dal profumo della bellezza dei ricordi e di significati profondi, immagini velate da una tenda trasparente, appena visibile, a volte compatta, bianca, con drappeggi che cadono ai piedi dei protagonisti come una barriera, quasi un invito a sollevarla per scoprire un mondo sconosciuto. In questa prima maniera, l'arte di Anna Montanaro trasmette una misteriosa nostalgia che avvolge e domina l'atmosfera delle opere, come se l'artista si compiacesse di rivivere sentimenti rimossi senza comprimere le pulsioni vitali, che si consumano in se stesse tra tacite tastiere di una musica interiorizzata. Più vicina alla scultura questa serie di opere enfatizza la bellezza e la fragilità dell'essere viste secondo una perfezione statuaria: corpi nudi in posa, in atteggiamenti morbidi, armoniosi, dormienti, a volte presentati di spalle, a volte in torsione, o di fronte, vicini a una forma enigmatica di cavallo arcaico che si distacca per la sua corposa figura. E ancora una coppia mitologica, Angelica e Medoro, pronti ad incidere la loro storia d'amore sulla corteccia dell'albero; e volti della malinconia in cui l'espressività si concentra nell'intensità dello sguardo perso in una profonda contemplazione ed immerso nell'aspettativa; ritratti esibiti di profilo in sapiente silenzio, come in Siliere, o un'enigmatica Ofelia con il viso segnato in due parti leggermente contrastanti. Emblematico appare l'angelo dalle ampie ali, inginocchiato davanti un fiume bianco che lo sommerge come una valanga incontenibile, segnale luminoso, benefico o solo travestimento ingannevole che esorta alla sottomissione? Esprime impotenza, preghiera, ribellione, illuminazione o evasione innocua e, però, decisiva? Il discorso artistico continua con un metaforico volo di farfalle, una costante nell'immaginazione creativa dell'autrice, non a caso associata ai bambini con i loro desideri inafferrabili che provocano l'urlo dell'uomo-bambino, o mani tese che si allungano per prendere un giocattolo, offrire un fiore al simbolo della metamorfosi, o rappresentazione della Psiche, anime in migrazione, complessi impulsi, fasi trascendenti per accedere alla vita reale movimentata e coinvolgente. E siamo nel secondo modo, quando l'atto creativo si libera della riflessiva nostalgia di una statica bellezza classica e mette a fuoco immagini realistiche, una presa di posizione in cui si dimostra l'interesse per l'evento sociale, per la psicologia, per gli stati d'animo, forme e significati di uno sviluppo del pensiero artistico che si adegua a una realtà in continua trasformazione. I protagonisti sono di nuovo i bambini che passeggiano col dolce passo dell'amicizia, giocano a nascondino, o stanno in posa pensierosa accanto a un labirintico porticato. E una Danza vivace e coordinata nell'armonia dei movimenti in cui ogni partecipante contribuisce al gesto compiuto della gioia; Urania, la giovane musa dell'astronomia con gli occhi bendati allude a un ancestrale relativismo; vari ritratti di bambini con lo sguardo acceso da domande in attesa di risposte. Si aggiungono in un'atmosfera di dinamicità i giocatori di tennis, la grande sfida di Wimbledon, una donna indiana al lavoro, testimone per un progetto di Appunti di viaggio. Non potevano mancare in questa visione dinamica Amarcord o tram dei gelati con una precisa destinazione, le auto da corsa della bellezza scattante della Lamborghini. Un nuovo capitolo Sensum, si apre con forti immagini legate alla drammatica situazione causata da un virus che per la violenza del contagio ha cambiato il corso della vita nel mondo. L'artista lo presenta come un simbolo della paura, una sagoma realizzata a carboncino, munita da una maschera antigas; poi prosegue con una elaborazione di collage fotografico a colori, vernice e resina, volti in cui si legge paura, solitudine, rabbia, dolore, speranza, felicità. Come afferma Anna Montanaro stessa, il suo linguaggio artistico è "un concetto morale", che da una parte enfatizza l'estetica della perfezione classica e dall'altra capta sensi e sensazioni da un mondo attuale che vuole svelare con la sua arte e denunciare con obiettività; ecco perché Anna Montanaro è un'artista e nel contempo è una voce! 

Anna Montanaro. Una voce per l'arte. Dott.ssa Victoria Dragone - Poetessa e critico d'arte


L'espressione artistica è il risultato di un momento nel divenire umano, che aspira a registrare quel momento e come ha influenzato l'artista e l'universo che lo contiene. Ogni opera è un pezzo del suo creatore, è un pezzo di storia, che in qualche modo cerca di ottenere cambiamenti comportamentali o semplicemente emotivi nella sua contemporaneità. Nell'opera d'arte nulla è casuale, sebbene noi pensiamo diversamente, l'artista crea con ciò che ha ed è consapevole della sua vita, del suo ambiente e dei suoi dati universali infiniti e cerca di guidare il suo fare per ottenere un'opera con contenuti, da conscio e subconscio. Siamo effimeri ed eterni e proprio come l'opera d'arte che, sebbene duri secoli e millenni, è anche effimera. La cosa magnifica dell'opera d'arte è il suo valore emotivo, il suo valore testimoniale e fondamentalmente culturale. Conosciamo il passato dell'umanità, in larga misura, grazie alle opere d'arte. Anna Montanaro, si dedica a questo lavoro e lo fa con tutto il carico emotivo interiore che amplifica l'evoluzione di questi momenti, in cui la sostenibilità del pianeta e del suo ambiente è un imperativo. Si manifesta in esso una delle tante possibilità che dobbiamo sostenere il colore della terra, il colore del cielo, i raggi del sole. Lo sviluppo del verde che dal basso cresce modificando le forme di vita nella giungla di cemento e ferro e riassorbendoci in qualcosa di più naturale, più comprensibile. Le ragioni per l'arte devono essere "ascoltate", non sono capricci o giochi, sono vigili, sono speranza.

ANNA MONTANARO - "Sostenibilità da terra a cielo''. Dott. Antonio Guzzo - Critico d'arte, Argentina.

La expresión artística es el resultado de un momento en el devenir humano, que aspira a dejar constancia de ese instante y como afectó al artista y al universo que lo contiene. Cada obra es un pedazo de su creador, es un pedazo de historia, que de alguna manera intenta obtener cambios de conducta o simplemente emocionales en su contemporaneidad. En la obra de arte nada es azaroso, aunque pensemos lo contrario, el artista crea con lo que tiene y tiene conciencia de su vivir, de su entorno e infinidad de datos universales y trata de guiar su hacer para obtener una obra con contenido, desde lo consciente y subconsciente.Así como nosotros somos efímeros, la obra de arte, aunque dure siglos y milenios, o eras, también es efímera. Lo magnifico de la obra de arte es su valor emocional, su valor testimonial y fundamentalmente cultural. Conocemos el pretérito de la humanidad, en gran medida, gracias a las obras de arte. Anna Montanaro, abocada a esta obra, lo hace con toda la carga que guarda en su interior para magnificar el devenir de estos momentos, en que es imperioso la sustentabilidad del planeta y su entorno. Manifiesta en ella una de las tantas posibilidades que disponemos para sustentar el color de la tierra, el color del cielo, los rayos del sol. Elevando desde abajo el verde in crescendo, modificando formas de vida en la jungla de hormigón y hierro y reabsorbernos en un algo más natural, más comprensible. Las razones del arte deben ser ¨oídas¨, no son caprichos ni juegos, son alertas, son esperanza.

Testo in lingua originale


In questa opera l'artista Anna Montanaro dimostra di muoversi molto bene nell'ambito di un genere di pittura contemporanea che, coniugando antico e moderno, utilizza schemi e matrici di origine informale - in particolare, la gestualità e una sorta di dripping... - per rappresentare un frammento estrapolato da una veduta più ampia riconducibile alla tradizione romantica. Notevole la profondità e gli effetti creati sulla massa liquida; la visione di questa opera dimostra quanto interessanti e validi siano i risultati ottenibili con tale tipo di ricerca, in quanto riesce a proporre nuove emozioni e sensibilità, in un contesto definibile - come è stato acutamente affermato - di un neo naturalismo. L'artista Anna Montanaro ha saputo proporre una immagine che ha tutta l'aria di essere stata idealmente estrapolata da un'immagine più ampia, per rappresentare in sintesi le caratteristiche stilistiche e di contenuto.

Amedeo Bigotti - Critico e Storico dell'Arte


Il soggetto raffigurato ce lo svela il titolo: "Tram dei gelati o Amarcord". Uno dei significati della parola Amarcord è proprio "nostalgia dei ricordi", e la evoca questo quadro. Il romanticismo nella raffigurazione si trova nel senso storico della parola, quel desiderio di tornare al passato, la nostalgia verso altri tempi si palesa nel soggetto che sembra una foto d'epoca. Siamo di fronte a una veduta cittadina, e vediamo ravvicinata la strada sulla quale passa il tram dei gelati. Accresce la nostalgia il fatto che la città è completamente deserta, senza un'anima, mentre il tram procede solitario a seguire il suo percorso.

Anna Montanaro ha trovato un suo linguaggio pittorico unico e non paragonabile a nessun altro. Ha sviluppato una modalità espressiva che riesce ad abbinare varie tecniche, come vernice, collage, elaborazione digitale, stampa su tela e intervento con colori acrilici per raggiungere soluzioni inedite. Questo connubio di fotografia, stampa e pittura risulta in quadri dal sapore quasi antico ma di fattura prettamente contemporanea. Riesce a coniugare antico e moderno. L'antico per esempio traspare dai segni ripetitivi che costellano la tela e sembrano quasi trasformarla in un tessuto dal ricamo prezioso, sopra il quale poi si fa strada la raffigurazione del soggetto. Inoltre i colori nell'insieme danno l'effetto di essere sbiaditi, schiariti forse per una troppa lunga esposizione dei pigmenti al sole, come un tessuto appunto. O sarebbe meglio dire che è un'opera dai colori che possono ricordare una pittura murale? Che sia una cosa o l'altra ovviamente ce lo detta la nostra immaginazione ma nell'impatto complessivo quel che ci arriva è un rimando al passato. Crea così una stratificazione tra rimandi al passato e tecnologie contemporanee, una dicotomia tra antico e presente. Infatti già la sua pittura È stata descritta come "Una ricerca introspettiva di immagini del proprio inconscio che, di volta in volta, affiorano dalla tela come un ricordo intrappolato nella memoria. (…) Graffi e continue velature si alternano, creando una lavorazione a più strati sovrapposti che donano profondità alla narrazione stratigraficando e sedimentando l'immagine immortalandola nel tempo."

Anna Montanaro nasce nel 1981 a Carate Brianza. Sin da giovane appassionata all'arte prosegue un percorso di studi in linea con la sua vena creativa frequentando prima il Liceo Artistico Pio XI a Desio e di diplomatosi successivamente all'Accademia di Belle Arti a Milano in qualità di restauratrice d'arte. Successivamente approfondisce gli studi focalizzandosi sul restauro di dipinti antichi del Seicento e Settecento e nel restauro degli affreschi, questi corsi li segue all'istituto PDM di Prato e al Centro Studi Dedalo di Brescia. Nel 2016 inoltre consegue la qualifica ministeriale di Collaboratore restauratore di Beni Culturali-Tecnico del restauro.

Per quanto queste notizio biografiche potrebbero far pensare ad uno stile di gusto classico e accademico, la pittrice è precisa osservatrice del contemporaneo, utilizzando tecniche miste e varie modalità creative nella creazione delle sue tele. Per quanto le sue opere a volte hanno un sapore nostalgico verso il passato, è attualissima e singolare la ricerca tecnica che sta portando avanti. Questo suo stile unico e riconoscibile le ha permesso anche di partecipare a diverse mostre collettive. Tra le più recenti può vantare la mostra del Premio Arte a Palazzo Reale a Milano, il 16° Premio nazionale d'arte a Novara; la Biennale W.A.B. aBra; e la personale allo spazio Zengallery sempre a Milano. Le sue opere sono state recensite anche su importanti pubblicazioni del settore come il Catalogo dell'ArteModerna n. 52, Editoriale Giorgio Mondadori.

a cura della redazione www.venderequadri.it


La sostanza effigiata d'ogni alito di vita: ne "Ophelia" di Anna Montanaro, ogni fiato immemore s'infrange l'uno dentro l'altro, come onda viva. Ed è il nostro intimo Volto ad affiorare dalla tela, come un petalo che ritorna al cuore che l'aveva perduto. La stratificazione tecnica, narrativa, emotiva e cosciente apportata dall'Artefice: monito all'inestimabile e specchio intimo di memorie, di esse muto, palpitante riverbero, e toccante ed immacolata sorgente.   



La memoria stessa, il riverbero muto dell'Effigie e del Colore: immacolata fonte per l'animo che ne vibra, perdutamente in ascolto. "Silere" (50x70 cm) è Opera evocativa di Anna Montanaro.


La sostanza effigiata d'ogni alito di vita: da Sentir giungere, per poterla varcare; ogni fiato immemore s'infrange l'uno dentro l'altro, come onda viva, ed è il nostro intimo Volto ad affiorare dalla tela, come un petalo che ritorna al cuore che l'aveva perduto. "Amarcord o tram dei gelati" (cm 80x120, 2017 - già pubblicata su NUOVA ARTE, Ed. G. Mondadori, 2017), è lirica Opera creata dall'Artista Anna Montanaro.

Dott.ssa Giada Eva Elisa Tarantino - Storico e Critico dell'arte



Nell'Opera inconfondibile e piena di personalità di Anna Montanaro vediamo, nel coraggio dei toni sobri e nella delicatezza dei lineamenti, frammenti di lotte; un vero sentimento impresso che invita soprattutto ad osservare l'Opera ed i colori senza fretta, per carpire un messaggio di trasformazione nell'Anima e nel Pensiero. 

Dott.ssa Roseli Crepaldi - Critico e curatore d'arte, CEO della Galleria Milanese


Nel presente articolo intendo evidenziare il notevole percorso d'arte di Anna Montanaro. Classe 1981, Anna Montanaro possiede una formazione artistica permanente, che sfocia in un plurilinguismo articolato in sfumature anagogiche, antropologiche, socialmente forti ed evolutive. L'artista acquisisce numerosi riconoscimenti che la conducono presso esposizioni nazionali ed internazionali. La sua capacità pittorica e fotografica è riconoscibile nell'immediatezza, dall'espressività ancestrale e onirica delle raffigurazioni ,che trasportano i fruitori all'interno di un mondo onirico, sospeso tra la realtà quotidiana e l'aldilà, dove la trasmutazione dell'anima risuona quieta e veloce nell'andatura odierna. Ogni sfumatura è dunque, un millesimo di tempo da catturare nella sua sorprendente voracità, dove tutto risuona senza musica cadendo in un magico silenzio compositivo, che avvia un percorso orchestrale e lirico da profumare tramite divergenze prospettiche e lievi pause danzati , sfiorate con dovuta sinuosità. La caratteristica fondante è il suo plurilinguismo universale dotato di una mimesi indissolubile, con le percezioni cosmiche nelle forme umane e sovraumane, articolate in perfetti specchi geometrici divenuti frammenti, entro i quali dialogare secondo numerose accezioni e interpretazioni, come se ci fosse una progressione e una rigenerazione del mondo visibile trasformatosi in perenni visioni che creano continuative connessioni. In tal senso, la parola è sempre un nuovo incipit, che induce una primordiale introduzione al senso latente dell'emotività reso veritiero di essenza propria. Non siamo numeri bensì anime compiute d'eterno senso nella perennità di un misterioso cammino. 

Arianna Di Presa - Poetessa e scrittrice. 

Il plurilinguismo di Anna Montanaro, (in) www.lavoceaglitaliani.it


La materia con Anna Montanaro, assume valori primigeni antropologici e spirituali!

Mattea Micello - Storico e Critico dell'Arte


Un'arte comunicativa con un forte impatto espressivo, l'uso equilibrato dei colori caldi e delle velature sovrapposte permettono una dolce empatia con l'opera. Le composizioni e gli equilibri diventano un tema trainante che unisce elementi figurativi con quelli spaziali geometrici creando nuovi componenti armonici.

Chiara Bovio - Critico dell'Arte


Le opere di Anna Montanaro, sono un esempio spettacolare di mix di emozioni. La grande varietà di soggetti e le tecniche raffinate rendono fluide le sue figure, oppure granitiche, quasi scavate nella roccia, come i visi del progetto APPUNTI DI VIAGGIO. Le sue trasfigurazioni o visioni sono uno spettacolo per l'osservatore che non si stancherebbe mai di guardare. le opere di Anna Montanaro sono piene di simboli ed archetipi che trasformano la lettura del quadro in una intellettuale e multidimensionale esperienza.

Maurizio Ganzaroli